WhatsApp nell’occhio del ciclone | L’Intelligenza Artificiale spia tutti gli utenti: memorizza le chat e le fa leggere a tutti

WhatsApp ci spia?

WhatsApp ci spia? (Canva-Depositphotos foto) - www.systemscue.it

Nessuno se lo sarebbe aspettato, ma purtroppo è successo. Le informazioni private degli utenti non sono più al sicuro

WhatsApp ha recentemente implementato la propria intelligenza artificiale, sbarcata all’improvviso sulla piattaforma soltanto negli scorsi mesi. Si tratta di Meta AI ed il suo funzionamento è pressoché analogo rispetto alle altre intelligenze artificiali.

Per questo, gli utenti avranno la possibilità di interagirvi attraverso una semplice chat, come tutte le altre disponibili per interloquire con gli altri utenti, ponendo domande ed avanzando richieste di ogni tipo.

Le risposte verranno elaborate nell’immediato da un software di intelligenza artificiale e possono prevedere la fornitura di risposte scritte, ma anche immagini, contenuti audio e non soltanto, dipendentemente dalle richieste che gli verranno inoltrate.

Uno degli aspetti più vantaggiosi di Meta AI è l’assoluta privacy che promette ai suoi fruitori. Tuttavia, è Meta stessa a suggerire di non inviare dati personali estremamente sensibili, evitando che gli stessi entrino in possesso dell’IA.

Un risvolto beffardo

Il motivo è stato presto spiegato da una notizia realmente allarmante circolata nel corso degli ultimi giorni, riguardante tutti gli utenti che hanno avuto famigliarità con Meta AI. Sebbene i software d’intelligenza artificiale siano progettati per mantenere l’assoluto riserbo circa le conversazioni che si articolano con i propri fruitori, Meta AI si sarebbe involontariamente resa protagonista di una situazione capace di produrre enorme disagio proprio nei confronti dei vari utenti. Si è, infatti, assistito alla condivisione involontaria delle chat private di alcuni utenti, in larga parte contenenti informazioni strettamente personali, quali dati fiscali o relativi alla propria abitazione, ma anche vere e proprie confessioni.

Chiaramente si tratta di un errore commesso dal sistema, che si discosta diametralmente rispetto a quelle che sono le funzioni che Meta AI si prefigge di fornire ai propri utenti, a partire dal più assoluto rispetto della privacy di ciascuno di questi. La colpa, dunque, non può essere imputata a Whatsapp, tantomeno a Meta, nonostante molti stiano mettendo in luce come, effettivamente, la responsabilità, nel caso in cui in fase di elaborazione e di struttura qualcosa non dovesse essersi svolto nel modo giusto, sia da attribuire proprio a chi si è occupato della fase di sviluppo.

IA
Illustrazione dell’IA (Depositphotos foto) – www.systemscue.it

L’analisi dell’esperta

Un articolo pubblicato su Mister Gadget riporta le parole del CEO di Social Proof Security, società attiva nel campo della cybersecurity, Rachel Tobac che ha messo in luce come nei casi, rari e drastici, nei quali le aspettative che l’uomo pone sull’intelligenza artificiale non corrispondono all’effettiva realtà, l’esperienza dell’utente e la sua fiducia nei confronti di un sistema apparentemente sicuro possono incrinarsi in modo introvertibile.

Ma, allo stesso modo, è fondamentale per Tobac mettere in luce come ciascuna chat privata, così come l’intero sistema, risultino essere progettati affinché questi disagi non avvengano, neppure per errore, ma che se anche ciò dovesse accadere – esattamente come visto nel caso sopracitato – l’app pone immediatamente dinnanzi al consumatore un avviso estremamente preciso, in cui viene meticolosamente illustrato un invito a non diffondere le proprie informazioni personali.