Ventilatore, l’amico che rinfresca senza salassi, ti pugnala alle spalle | Se lo tieni sempre acceso ricordati di farlo per non finire disidratato

Il sollievo del ventilatore (Depositphotos foto) - www.systemscue.it
Un alleato preziosissimo in presenza delle giornate più calde. Ma occhio alle possibili conseguenze: non te lo aspetteresti mai
Nel corso della rovente stagione estiva, contraddistinta da temperature a dir poco folli, capaci di raggiungere, ma anche in alcuni estremi casi di superare la soglia dei 40°C, i cittadini italiani si avvalgono di numerosi strumenti per combattere afa o umidità.
Molti possono usufruire della praticità dei condizionatori, altri, a seconda della predisposizione dei propri immobili o magari anche soltanto data la volontà di attutire i significativi consumi comportati dal primo strumento, si affidano, invece, ai ventilatori.
Ma come funziona quest’ultimo dispositivo? Attraverso la presenza di una grande ventola in grado di produrre aria, la stessa viene indirizzata a seconda di dove la puntiamo; il suo flusso è in grado di produrre l’evaporazione del sudore di conferirci una maggiore sensazione di fresco.
I modelli più sofisticati oltre alla possibilità di regolare la velocità secondo tre livelli distinti, possiedono ulteriori servizi quali timer o la possibilità di impostare la modalità notturna, sia con dei pratici telecomandi, sia attraverso il totem vero e proprio.
Il “lato oscuro” del ventilatore
L’efficacia è indubbia, ma in molti non tengono purtroppo conto di quelli che possono essere gli effetti negativi comportati dall’utilizzo dei ventilatori, specie quando ci troviamo letteralmente impregnati di sudore e riceviamo un getto fresco ed improvviso. In particolare, i rischi sono stati evidenziati circa l’impiego dello strumento di notte, quando ci troviamo nella fase del sonno.
Un articolo pubblicato da PLB News ha messo in evidenza i motivi che dovrebbero spingerci ad un utilizzo moderato o ad uno spegnimento totale del ventilatore quando proprio durante la fase notturna; d’altronde, come per ogni cosa, la moderazione è sempre l’assoluta chiave. Pensate che addirittura il Ministero della Salute ha disposto delle precise direttive circa l’utilizzo più opportuno che andrebbe effettuato del proprio ventilatore, onde evitare fastidi e disagi. Come abbiamo già affermato, la funzionalità del ventilatore permette di accelerare il movimento dell’aria, “smuovendola”, ma non è in grado, al contrario del condizionatore, di abbassare le temperature effettive.

Una serie di possibili rischi
La sensazione, tuttavia, nei confronti del nostro corpo, è che lo stesso paia più rinfrescato, ma il fatto di ricevere costantemente aria nella propria direzione può comunque produrre un aumento della sudorazione; è proprio così che può essere favorita la disidratazione notturna, con il rischio di arrivare a sentirsi davvero male nel caso in cui, specie nel corso della notte, non si beva opportunamente. Ciò potrebbe avvenire, soprattutto, quando il ventilatore resta fisso sul nostro corpo invece di roteare, perché andrebbe a focalizzarsi direttamente su parti del corpo quali gola, occhi e bocca, che potrebbero soffrire di estrema secchezza nelle ore immediatamente successive al risveglio.
Il rischio appare ancora più elevato quando si parla di soggetti allergici, perché il movimento del ventilatore conduce alla diffusione di allergeni e polveri nella stanza, che possono andarsi ad infilare direttamente nelle vie aeree degli abitanti della stessa. Certo, mettere in guardia sul tema, a detta di alcuni, potrebbe apparire come un vero e proprio disincentivo all‘impiego del ventilatore, ma la verità è che la sua utilità è indiscutibile, a maggior ragione in tutte quelle case che non possono impiegare l’aria condizionata per rinfrescarsi; l’aspetto più importante, come già detto, ma che vale la pena ripetere, è di non “abusare” delle sue funzionalità, mantenendo l’opzione che lo porterà a roteare ed evitando di puntarlo direttamente sul viso o sul petto nel corso delle ore notturne.