Truffe, arrivata la rivoluzione | Devono risarcirti fino all’ultimo centesimo: banche sul piede di guerra

Se la banca ti truffa, deve risarcirti (Canva) - systemscue.it
Se la truffa a tuo danno, si viene a scoprire che deriva forse dalla banca, sappi che dovranno risarcirti fino all’ultimo centesimo.
Prima dell’arrivo delle banche digitali e delle carte prepagate, molte persone conservavano i propri risparmi direttamente in casa. Ed era una pratica comune, spesso dettata dalla diffidenza verso gli istituti bancari; o dalla necessità di avere denaro, sempre a portata di mano.
Difatti, i soldi venivano nascosti nei posti più impensabili: come sotto ai materassi, dentro vecchi barattoli, dietro ai quadri, o fra le pagine dei libri. E ogni famiglia, aveva il proprio “segreto di sicurezza”, tramandato spesso, di generazione in generazione.
Ma conservare il denaro in casa, tuttavia, comportava anche diversi rischi. A causa di furti, incendi, o di semplici dimenticanze le quali potevano portare alla perdita di tutto il gruzzolo accumulato, con fatica, nel tempo.
Sì, oggi quest’abitudine può sembrare superata, eppure rappresenta un pezzo importante della cultura popolare. Un simbolo del rapporto personale con il denaro, e della fiducia riposta più nei propri mezzi, che in quelli esterni.
I nuovi rischi
Con l’avvento dei pagamenti digitali, son purtroppo aumentate anche le truffe bancarie che colpiscono clienti ignari. Tanto che, all’attuale, è sempre più frequente sentir parlare di furti di carte, credenziali di accesso, o prelievi non autorizzati. Frodi che possono, poi, esser sia fisiche, con la sottrazione della carta, che virtuali, attraverso l’accesso illecito all’home banking. E dato questo, la Cassazione, con una recente sentenza, ha condannato Unicredit a risarcire una vittima per 62.300 euro, rubati tramite una sofisticata truffa digitale: ovvero, la “Sim Swapping Fraud”.
La quale, nello specifico, prevede che un malintenzionato ottenga un duplicato della SIM della vittima, disabilitando in seguito, la sua linea. Un modo con cui il truffatore potrà ricevere i codici OTP della banca, e accedere all’home banking, effettuando operazioni a proprio vantaggio. Inoltre, il colpevole può anche cambiare la password, per impedire alla vittima di reagire. E data la poca, se non nulla sicurezza, secondo la Cassazione, la responsabilità di questi attacchi ricade sulla banca, la quale deve appunto garantire affidabilità e privacy.

Gli obblighi delle banche
Le banche, difatti, son tenute a utilizzare strumenti tecnici adeguati, con i quali proteggere i propri clienti: così come stabilito, infatti, dal D. Lgs. 11/2010, e dall’art. 1176, del Codice Civile. E se un cliente disconosce un’operazione, spetta all’istituto dimostrare che sia stata correttamente autorizzata. Così che il mancato rispetto di queste misure, renda quindi la banca responsabile delle perdite subite.
In caso di furto o sospetto di truffa, occorre contattare subito la banca per bloccare gli strumenti compromessi; e allo stesso tempo, sporgere denuncia. Potendo, successivamente, presentare un reclamo formale, allegando la denuncia, e indicando le operazioni non autorizzate. Giacché solo con tempestività e precisione, si potrà ottenere il rimborso delle somme sottratte.