Truffa in vacanza, turisti spolpati vivi senza accorgersene | Basta che si avvicinano e perdi i soldi sul conto

Rubare in vacanza (Canva) - systemscue.it
In alcune zone, purtroppo stanno rubando i turisti, senza alcuna pietà! E con una tecnica a dir poco paradossale.
I borseggiatori rappresentano una piaga urbana diffusa, in molte città italiane ed europee. Essi agiscono spesso in gruppo, con tecniche collaudate, e movimenti rapidi, colpendo principalmente nei luoghi affollati, come mezzi pubblici, mercati, stazioni, o aree turistiche.
E nonostante vengano frequentemente identificati e persino fermati dalle forze dell’ordine, raramente restano al lungo in carcere. Questo perché, il furto con destrezza, se non accompagnato da violenza, vien considerato un reato minore, dal punto di vista giuridico.
Le leggi attuali, infatti, prevedono pene lievi, per chi ruba oggetti di valore contenuto. Oltre che, non di rado, le misure cautelari non vengono poi nemmeno applicate: così che in molti casi, i borseggiatori siano quindi recidivi, ma continuino a restar in libertà, a causa proprio dei limiti normativi.
Il risultato finale è sicuramente un senso d’impunità, che alimenta l’attività dei ladri abituali, e genera frustrazione fra cittadini e forze dell’ordine; che vedono perciò vanificati gli sforzi, per garantire sicurezza.
Il caso di Sorrento
A Sorrento, una donna di 36 anni è stata arrestata dopo aver rubato 100 euro da un bar. Sebbene il vero allarme sia scattato quando, durante la perquisizione, i carabinieri hanno scoperto nella sua borsa un Pos contactless, perfettamente funzionante. Un dispositivo che, apparentemente legale, era invece utilizzato per compiere micro transazioni fraudolente a danno di ignari passanti. Un episodio, definito “pickpocketing 2.0”, che dimostra come le nuove tecnologie possano esser sfruttate per furti silenziosi e difficilmente rilevabili.
Nello specifico, il Pos pirata vien impostato con piccoli importi, ad esempio 9 o 15 euro, e sfrutta la tecnologia NFC, per eseguire pagamenti ravvicinati senza PIN. Per questo, basta avvicinarsi a una tasca o una borsa con una carta contactless attiva, per far partire appunto il pagamento. Processo rapido, silenzioso, e spesso in grado di non generare notifiche istantanee, rendendo quindi difficile accorgersene. Secondo amp.tgcom24.mediaset.it, questa tecnica è già stata usata in altri Paesi, ma raramente documentata in Italia con prove così chiare.

Rischi reali, ma limiti tecnici
Dunque, anche se il trucco è potenzialmente pericoloso, presenta comunque, diversi ostacoli: come la distanza operativa dell’NFC che, pur essendo minima, le transazioni son comunque tracciabili; e più carte vicine, possono confondere il segnale. Inoltre, i dispositivi hanno una finestra d’attivazione breve, e questo rende difficile, per i ladri, agire indisturbati al lungo. Ciò nonostante, la tecnica dei “prelievi a goccia” su piccole somme, rende il sistema subdolo ed efficace nel tempo.
Motivo per cui la prevenzione è, quindi, fondamentale. E in tal senso, portafogli schermati con tecnologia RFID-blocker; attenzione altissima, nei luoghi affollati; e controlli frequenti del conto, son tutti gesti che possono far proprio la differenza. In caso di sospetti, agire subito si rivela del tutto essenziale: contattando la banca; bloccando la carta; e sporgendo un’eventuale denuncia. Poiché, anche un singolo caso può aiutare a smascherare reti più ampie.