Truffa della finta banca, in un attimo ti svuotano il conto | Migliaia già in lacrime: tutta colpa di Google

Occhio alla truffa (Depositphotos foto) - www.sysytemcue.it

Occhio alla truffa (Depositphotos foto) - www.sysytemcue.it

Una truffa invisibile parte da una semplice ricerca online: ecco come ingannano le vittime fingendosi banche affidabili.

Ormai facciamo tutto online, spesso senza pensarci troppo. Cerchi la banca? Vai sul motore di ricerca, clicchi il primo link e sei dentro. Ma è proprio lì che si nasconde il rischio. Ci fidiamo così tanto dei motori di ricerca che, a volte, non ci accorgiamo neanche di dove stiamo finendo. Un gesto automatico, fatto mille volte, può diventare un boomerang. E no, non è fantascienza. Succede davvero.

Ci sono siti che sembrano perfetti, precisi in ogni dettaglio: stesso logo, stessi colori, persino lo stesso indirizzo web — o quasi. Capire che sono fasulli non è per niente facile. E poi, dai, chi si ferma a controllare ogni singola lettera dell’URL? Il problema è che questi siti sono progettati per ingannarti in modo chirurgico, sfruttando la fretta e la fiducia malriposta. E purtroppo, riescono spesso nel loro intento.

Chi ci casca di più? Beh, gli utenti meno abituati a smanettare con la tecnologia. Persone che magari fino a ieri andavano direttamente in filiale e ora si ritrovano catapultate in un mondo digitale che non conoscono. È facile sentirsi disorientati, soprattutto se nessuno ti ha mai spiegato come riconoscere certe trappole. E quando sei lì, davanti a uno schermo, ti affidi all’istinto. Che non sempre basta.

Ma non si tratta solo di soldi. O meglio, sì, i soldi spariscono — e questo fa già male — ma è la sensazione di impotenza che pesa di più. Ti senti fregato, lasciato solo. Magari ti rivolgi a chi pensavi ti avrebbe aiutato, e ti senti rispondere che eh, è stata colpa tua. È lì che ti crolla il mondo addosso. Perché oltre al danno, ti ritrovi con la beffa. E pure con il dubbio di essere stato tu a fare il passo sbagliato.

Quel click come tanti altri che cambia tutto

È quello che è successo a Peter e Anne-Marie Jost, due pensionati del canton Berna, come riporta Tio20. Una mattina come tante, Peter entra online per controllare il conto — lo fa sempre, è una routine. Solo che stavolta, mentre naviga sul motore di ricerca, il link che clicca non porta dove dovrebbe. Il sito sembra perfetto, ma è un falso. E così, senza rendersene conto, inserisce le credenziali nel posto sbagliato.

Nel giro di poche ore i risparmi di tutta una vita sono spariti. Venti mila franchi, svaniti nel nulla. Il tutto iniziato da una semplice ricerca, che ha mostrato in cima proprio quel sito-trappola. È una dinamica sempre più comune, dove il motore di ricerca diventa, involontariamente, il primo anello della catena della truffa.

Uomo disperato per una truffa (Depositphotos foto) - www.systemcue.it
Uomo disperato per una truffa (Depositphotos foto) – www.systemcue.it

La risposta della banca

I due si sono subito rivolti alla polizia e alla banca, sperando di poter rimediare. All’inizio sembrava ci fosse una possibilità: i soldi erano finiti su un conto della Banca Cantonale di Turgovia. Ma poi, niente. Due giorni dopo, addio speranze. Soldi volatilizzati. E la risposta? «È colpa vostra», racconta Peter, ancora incredulo. Dopo 50 anni di fiducia, si è sentito tradito.

La banca, per quello che vale, ha deciso di offrire un rimborso “di cortesia” del 30%. Poco più di 6.000 franchi. Ma solo se i soldi non verranno recuperati. Ora i Jost si aggrappano all’ultima possibilità: l’assicurazione. Secondo Beobachter, molte polizze casa coprono già questi casi, ma — eh — dipende. Intanto i risparmi sono andati, e con loro anche la possibilità di rifarsi i denti, dice Anne-Marie con gli occhi lucidi. Tutto, per un click su un motore di ricerca. E’ importante specificare che Google non c’entra nulla, e che pur essendo uno dei più famosi motori di ricerca non è l’unico e non ha correlazione con eventuali truffe, men che meno questa.