Smartphone, la ricarica della batteria è una minaccia costante | Chi usa questo deve saperlo: sono pronti a rubare tutti i dati in un attimo

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I pericoli nascosti (Canva) - systemscue.it

Quando ricarichi il cellulare, immagineresti mai che il tuo dispositivo può, in realtà, esplodere da un momento all’altro?

Le batterie agli ioni di litio, comunemente usate nei cellulari, immagazzinano grandi quantità di energia, in uno spazio ridotto. Tuttavia, se una delle componenti interne — come i separatori fra anodo e catodo — vien compromessa, può scattare una reazione interna incontrollata chiamata “thermal runaway”, con conseguente surriscaldamento, incendio, o anche esplosione.

Anche tapparelle esterne apparentemente innocue — come una batteria danneggiata da una caduta, deformata, gonfia, o soggetta a surriscaldamento —, possono esser segnali d’allarme. Difetti strutturali i quali vanificano infatti i sistemi di sicurezza integrati, e aumentano il rischio di cortocircuito ed esplosione

Esposizione prolungata a temperature elevate; uso del telefono durante la ricarica; o caricabatterie non originali o di bassa qualità, possono inficiare la stabilità della batteria. Facendo sì, in casi come questi, che la temperatura interna salga rapidamente, favorendo l’inizio della “thermal runaway”, e quindi l’esplosione.

Nonostante gli standard rigorosi, difetti occasionali di produzione possono appunto causare delle contaminazioni o saldature imperfette, all’interno della batteria. Difetto che, in passato, ha causato richiami di massa, come nel caso del Galaxy Note 7, il quale sviluppava proprio surriscaldamenti esplosivi, per difetti nei poli e nei separatori interni.

Un pericolo nascosto, della quotidianità

Quando pensiamo ai rischi informatici legati alla ricarica dei dispositivi, la mente corre subito alle prese pubbliche. In realtà, la minaccia in questione può annidarsi in un oggetto ancor più comune: ovvero, il cavo di ricarica. Infatti, quest’accessorio all’apparenza innocuo, può purtroppo diventare uno strumento sofisticato di attacco digitale, capace di compromettere la sicurezza di smartphone e tablet, senza destare sospetti.

È difficile credere che un semplice cavo USB possa rappresentare un pericolo. Eppure, alcuni modelli integrano microchip e antenne Wi-Fi, i quali permettono di stabilire collegamenti remoti con i dispositivi collegati. In questo modo, un malintenzionato può quindi eseguire comandi, sottrarre dati sensibili, o controllare funzioni del telefono, senza alcun contatto fisico diretto. Minaccia resa ancor più subdola dal fatto che questi cavi son, di fondo, visivamente identici a quelli comuni, come spiegato da mistergadget.tech.

Non del tutto innocuo, infatti
Un accessorio pericoloso (Canva) – systemscue.it

Come funzionano gli attacchi invisibili

Una volta collegato al dispositivo, il cavo “malevolo” sfrutta quindi l’interfaccia wireless per comunicare con l’attaccante. E oltre al furto d’informazioni, alcuni modelli offrono funzioni avanzate come il “geofencing”, che consente di attivare o disattivare operazioni, in base alla posizione. In certi casi, i dati possono persino esser cancellati, se il cavo vien rimosso o spostato in un’area non autorizzata.

Fortunatamente, esistono comunque delle contromisure per proteggersi. Come strumenti di blocco USB, i quali impediscono la trasmissione non autorizzata di dati; mentre rilevatori specifici, possono individuare cavi dannosi, e maetterli magari fuori gioco.