Smartphone, allarme appena lanciato | Milioni di cittadini spiati dall’interno: dati rubati e rivenduti e conti in rosso

Compromessa la sicurezza (depositphotos.com) - www.systemcue.it
Una nuova minaccia ha compromesso la riservatezza di milioni di persone: scopriamo come si comporta e come difendersi.
Nell’era attuale, il telefono cellulare è diventato il nostro archivio digitale personale. All’interno di esso conserviamo messaggi, immagini, informazioni bancarie, abitudini quotidiane, annotazioni professionali e dati privati.
Si tratta di uno strumento potente, estremamente utile ma anche suscettibile ad attacchi. Malware, spyware, e chi più ne ha più ne metta. Non siamo mai al sicuro.
E proprio quando si sente una falsa sicurezza, riponendo grande fiducia nella nostra “tech” personale, emergono notizie in grado di mettere in discussione la nostra privacy digitale.
Questa volta la minaccia è di origine remota, ma colpisce in ogni parte del mondo, seminando preoccupazione tra milioni di utenti Android a livello globale.
Una minaccia tecnologica
Secondo quanto riferito dalla compagnia di sicurezza informatica Lookout, riporta Libero, il malware KoSpy è riuscito a infiltrarsi in applicazioni che sembravano innocenti, disponibili sul Google Play Store e su altri canali alternativi come APKPure. La vera natura di queste app, tuttavia, si rivelava tutt’altro che innocua: nascondevano un codice progettato per trasformare il telefono in un dispositivo di sorveglianza completo, il tutto orchestrato, secondo gli esperti, da entità connesse al governo della Corea del Nord.
È stato creato con grande intelligenza e attenzione, rendendolo capace di sfuggire ai sistemi di rilevamento più comuni. Prima di attivarsi, controlla che il dispositivo non sia sorvegliato (come succede nei test utilizzati dai professionisti) e attende un momento specifico per cominciare la raccolta delle informazioni. Quando è attivo, riesce a compiere operazioni invasive come leggere SMS, registrare telefonate, monitorare i movimenti tramite GPS, attivare il microfono e la fotocamera, catturare schermate e perfino registrare tutto ciò che l’utente digita.

Un comportamento subdolo
Libero evidenzia che il malware può operare senza che l’utente se ne accorga, mantenendo un comportamento “silenzioso” che rende difficile la rilevazione prima che il danno si verifichi. E il danno, in simili situazioni, è sia di natura digitale sia economica: le informazioni rubate vengono rivendute nel dark web e utilizzate per frodi informatiche, accessi non autorizzati e attacchi mirati ai conti correnti delle vittime.
Anche se Google ha rimosso le applicazioni compromesse dal proprio store ufficiale, la minaccia non è affatto scomparsa. Gli esperti suggeriscono a chiunque abbia installato recentemente app poco conosciute di eseguire una scansione approfondita del dispositivo, possibilmente avvalendosi di antivirus di comprovata efficacia. In caso di un’infezione sospetta che persiste, il consiglio è effettuare un ripristino alle impostazioni iniziali. Un’altra misura precauzionale utile è mantenere sempre attivo il servizio Google Play Protect e prestare attenzione alle autorizzazioni richieste da ciascuna app durante l’installazione.