Primo Piano

Riconoscere sirene e pericoli nascosti: le auto del futuro ascolteranno grazie a Lisa

Se un’auto sarà capace di riconoscere i vari pericoli della strada, il mondo avrà davvero effettuato un grandioso passo avanti.

Le auto a guida autonoma, stanno vivendo una fase di continua evoluzione. Tanto che il loro sviluppo, finora, si è concentrato principalmente sulla vista artificiale, grazie a videocamere e sensori ottici. E il progetto “Lisa”, coordinato dalle Università di Parma e Perugia, mira a introdurre un nuovo elemento rivoluzionario: ovvero, il senso dell’udito. Il cui obiettivo è ampliare la percezione dei veicoli, consentendo loro di rilevare suoni provenienti dall’ambiente circostante, e reagire con maggior prontezza, ai potenziali pericoli.

Uno dei problemi delle auto autonome è la difficoltà di rilevare eventi che si trovano al di fuori del campo visivo. Pensiamo, ad esempio, a un’ambulanza che sopraggiunge da dietro una curva, o a pedoni che parlano, e si muovono in un angolo cieco. Ecco, in questo modo, e con l’aggiunta dell’udito, i veicoli potrebbero anticipare situazioni critiche, ancor prima di vederle, migliorando così la sicurezza stradale, e riducendo drasticamente i tempi di reazione.

Come ha spiegato Gabriele Costante, dell’Università di Perugia, nonché responsabile del progetto “Lisa”, il nuovo approccio permette proprio di aumentare il livello di sicurezza delle vetture intelligenti. E avere la possibilità di associare suoni a eventi reali, significa (per esempio) distinguere fra il rumore di un clacson, la sirena di un mezzo di soccorso, o lo sferragliare di una bicicletta. Diventando, ogni segnale sonoro, un’informazione utile per pianificare manovre più consapevoli.

Uno degli ostacoli principali incontrati dal team di ricerca, riguarda la raccolta dei dati audio. E per addestrare un sistema d’intelligenza artificiale, occorrono enormi quantità di esempi realistici. Non a caso, riprodurre fedelmente i suoni che un’auto può incontrare – dal traffico urbano, al vento in autostrada – è stato un compito complesso, ma fondamentale per il successo del progetto.

Un simulatore innovativo

Dopo anni di lavoro, i ricercatori hanno quindi sviluppato un simulatore avanzato, capace di riprodurre un ambiente virtuale, completo di immagini e suoni. Spazio controllato in cui l’auto ha potuto imparare a riconoscere e collegare stimoli visivi e acustici, alle rispettive fonti, allenandosi quindi a reagire in maniera sempre più realistica.

Il simulatore, sarà presto reso disponibile in modalità open source, permettendo ad altri gruppi di ricerca di utilizzarlo e contribuire allo sviluppo. Una scelta che favorirà, in altre parole, la collaborazione scientifica, e potrà accelerare la diffusione della nuova tecnologia, stimolando anche l’interesse delle case automobilistiche.

Ambiente virtuale auto (Canva) – systemscue.it

Verso i test sul campo

Attualmente, il progetto “Lisa” è nella fase di sperimentazione pratica, attraverso un robot su ruote, in un ambiente controllato. Prototipo il quale consente di testare le strategie sviluppate, verificando come il veicolo percepisce lo spazio, e come pianifica le sue azioni, in base agli stimoli raccolti.

L’adozione del “senso dell’udito” nelle auto autonome, perciò, potrebbe rappresentare un passo decisivo verso la mobilità del futuro, più sicura e più attenta all’ambiente circostante. E secondo meteoweb.eu, quest’innovazione apre la strada a un nuovo paradigma in cui le vetture, non solo vedono, ma appunto ascoltano e comprendono ciò che accade intorno a loro, contribuendo a salvare vite umane, e a rendere il traffico urbano più fluido.

Published by
Anastasia Gambera