Perché il Wi-Fi funziona peggio quando ci sono muri o siamo lontani dal router?

Illustrazione di un modem (Canva FOTO) - systemscue.it
Il Wi-Fi ormai è diffuso ovunque, e non possiamo farne a meno. Eppure, non sempre funziona alla perfezione, soprattutto in certe situazioni.
Ormai il Wi-Fi è ovunque: a casa, in ufficio, nei bar, perfino nei treni e in certi casi anche sugli aerei. Quel simbolo a onde, semplice ma familiare, rappresenta una delle tecnologie più usate al mondo. Secondo Statista, nel 2023 ci sono stati oltre 22 miliardi di dispositivi Wi-Fi in funzione a livello globale.
Eppure, dietro quella connessione apparentemente “magica” si nasconde un meccanismo fisico ben preciso, basato sulle onde radio. Il nome “Wi-Fi” non è un acronimo, non significa “Wireless Fidelity” come spesso si crede. Come riportato da The Conversation, è solo un’etichetta commerciale nata per rendere più appetibile una tecnologia che, in fondo, ha radici nel XIX secolo.
La sua base scientifica si rifà ai lavori di Hertz e Maxwell, che scoprirono come far muovere elettroni in un filo a distanza usando campi elettromagnetici, un po’ come se fossero collegati da un filo invisibile. Maxwell descrisse già nel 1864 la propagazione delle onde elettromagnetiche, e Hertz le osservò per la prima volta nel 1887. Queste onde, che viaggiano alla velocità della luce, sono le stesse che oggi permettono a un telefono o a un computer di comunicare con un router senza bisogno di cavi. Il principio è lo stesso della radio o della TV, ma il Wi-Fi funziona in digitale, traducendo i segnali in bit, cioè in zeri e uno.
Un fatto curioso: sebbene viviamo immersi in onde radio, non le vediamo. Il nostro occhio è sensibile solo a una piccola porzione dello spettro elettromagnetico, quella della luce visibile. Eppure, tutto intorno a noi si muovono continuamente segnali Wi-Fi, Bluetooth, cellulari… invisibili ma essenziali per la vita quotidiana. E, allo stesso tempo, ci sono certi ostacoli come i muri, o anche la distanza, che possono minare il corretto funzionamento del Wi-Fi, e si susano spesso ripetitori o altre “tecniche” per ridurre questo “disagio”.
Il linguaggio del Wi-Fi
Come riportato da The Conversation, a differenza dei vecchi segnali radio, il Wi-Fi usa segnali digitali. In pratica, ogni informazione come una foto, una mail, un video su YouTube viene trasformata in una sequenza di 0 e 1, che viaggiano via etere grazie a onde radio ad alta frequenza (di solito 2,4 o 5 GHz). Questo sistema è molto più efficiente perché consente di comprimere i dati, correggere gli errori e proteggerli con la crittografia.
Quando si digita una ricerca su Internet, il dispositivo invia quei dati al router via radio. Poi il segnale viaggia su cavi fisici fino al provider e, da lì, passa attraverso vari nodi di rete fino al server richiesto, che restituisce la risposta lungo la stessa via, ma al contrario. Una sorta di “staffetta invisibile” tra onde e fili.

Perché il Wi-Fi non prende bene ovunque
Non è un’illusione: il Wi-Fi funziona peggio quando ci si allontana troppo dal router, oppure quando ci sono muri spessi, mobili metallici o altri ostacoli nel mezzo. Questo accade perché le onde radio, di cui abbiamo appena parlato, si attenuano con la distanza (fenomeno noto come path loss) e vengono assorbite o riflesse dai materiali. Ad esempio, un normale muro di cemento può ridurre la potenza del segnale anche del 70%, mentre una parete in cartongesso lo attenua “solo” del 30–40%.
Secondo test condotti da PCMag e SmallNetBuilder, in un appartamento con due stanze il segnale Wi-Fi può calare da oltre 500 Mbps (a un metro dal router) fino a meno di 50 Mbps se ci si sposta in fondo al corridoio, dietro due pareti. In casi peggiori, tipo se un qualcosa di “ingombrante”, come un frigorifero, la connessione può diventare instabile o interrompersi del tutto. Anche le interferenze con altre reti vicine possono peggiorare la situazione, specie se il router è impostato su canali sovrapposti. Per rimediare, si possono usare ripetitori, reti mesh o scegliere router che supportano frequenze multiple (come il Wi-Fi 6, che sfrutta anche il 6 GHz). Ma la legge fisica rimane: più ostacoli ci sono, più debole sarà il segnale.