Stufa a pellet e soldi (Depositphotos foto) - www.systemcue.it
Un apparente affare online sul pellet si trasforma in una trappola: tante vittime ingannate in meno di dieci giorni.
Negli ultimi tempi ci siamo un po’ tutti abituati a comprare su internet, no? È comodo, veloce, e a volte persino più economico. Ma proprio lì, dove pensiamo di avere tutto sotto controllo, può nascondersi qualche sorpresa. Perché quando si va di fretta e si cerca il risparmio a ogni costo, il rischio di inciampare è sempre dietro l’angolo. Soprattutto se quello che cerchiamo è diventato improvvisamente prezioso.
È strano come certe situazioni creino opportunità per alcuni e disastri per altri. C’è chi si adatta, chi si arrangia, e poi… chi approfitta. Internet, in questo senso, è un’arma a doppio taglio: può offrire soluzioni brillanti, ma anche trappole ben nascoste. E quando c’è urgenza, l’istinto prevale sulla prudenza. Un sito che sembra affidabile, un prezzo conveniente, et voilà… ci si casca senza accorgersene.
In periodi particolari, tipo quelli in cui i prezzi vanno su come un razzo e tutti cercano di accaparrarsi ciò che serve, si crea un terreno perfetto per certe “iniziative” poco limpide. Un’offerta troppo buona per essere vera? A volte lo è davvero, troppo buona. Eppure, tra freddo che arriva e bollette che aumentano, la tentazione di cliccare “compra ora” è forte. Capita, insomma. Capita a tanti.
Perché poi, diciamolo, non serve nemmeno un grande sforzo per ingannare qualcuno. Basta un sito ben fatto, due recensioni false, un po’ di pubblicità sui social… ed ecco che in pochi giorni si può mettere in piedi qualcosa di davvero redditizio – per chi imbroglia, ovviamente. Il problema? Quando ti accorgi che qualcosa non torna, spesso è già troppo tardi. E chi c’era dietro, forse, è già sparito.
Nel settembre 2022, con lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, c’è stato un effetto domino anche sui mercati. Il pellet, usatissimo per riscaldarsi, è diventato improvvisamente carissimo. In tanti hanno iniziato a cercare alternative su internet, sperando di trovare offerte migliori. Era praticamente un assalto al pellet, se così vogliamo dire.
In più, l’onda lunga del post-Covid aveva già spinto moltissime persone a fare acquisti online. Insomma, tutto sembrava portare nella stessa direzione. E quando sono arrivate le prime segnalazioni su strani siti e acquisti mai arrivati, la Sezione operativa per la sicurezza cibernetica di Crotone ha iniziato a indagare. Così, senza aspettare ordini, si sono messi sulle tracce digitali lasciate da chi, evidentemente, non si era nascosto così bene.
Dopo tre anni di indagini, come riporta Ansa, la Procura di Crotone – guidata da Domenico Guarascio – ha chiuso il cerchio. Quattro persone, tutte del posto, sono finite sotto inchiesta. L’accusa? Aver messo in piedi un sistema di truffe online con 26 vittime in appena dieci giorni. Una cosa rapida, precisa, ben organizzata.
I quattro – almeno secondo gli inquirenti – avevano creato quattro siti web fasulli, costruiti in modo professionale, con tanto di annunci sponsorizzati su social e prezzi più bassi della media. Tutto sembrava regolare. Ma ovviamente, dietro c’era la fregatura. Alla fine, in quei dieci giorni, sono spariti quasi 20.000 euro. Soldi di gente comune, che voleva solo scaldarsi durante un inverno che si preannunciava duro. E invece si è trovata con nulla in mano e un’amara lezione in più.