Neutrini: l’esperimento JUNO inizia la presa dati dopo il riempimento con 20.000 tonnellate di scintillatore

Illustrazione di neutrini (Canva FOTO) - systemscue.it
JUNO, il gigantesco osservatorio sotterraneo inizia a raccogliere dati molto interessanti. E i primi risultati sono molto incoraggianti.
Il 26 agosto 2025, come riportato dal comunicato stampa dell’INFN, è stato segnato da un traguardo che molti fisici attendevano da anni. In Cina, a sud-est del Paese, l’esperimento JUNO (Jiangmen Underground Neutrino Observatory) ha completato il riempimento del suo cuore, una sfera contenente 20.000 tonnellate di scintillatore liquido. Subito dopo, il rivelatore ha cominciato ufficialmente ad acquisire dati.
Nato con l’ambizione di essere uno dei progetti più grandi e avanzati nel campo della fisica dei neutrini, JUNO è anche il primo della sua generazione a concludere con successo la fase di costruzione. Le verifiche preliminari mostrano che le prestazioni non solo rispettano le specifiche, ma in certi casi le superano.
L’obiettivo principale è chiarire un mistero che accompagna la fisica da decenni: qual è l’ordinamento delle masse dei neutrini? In altre parole, capire se il terzo tipo di neutrino sia più leggero o più pesante degli altri due. Per arrivarci, JUNO sfrutterà il fenomeno delle oscillazioni dei neutrini, una delle scoperte più affascinanti degli ultimi decenni.
Già dai primi giorni di attività, il rivelatore mostra un potenziale che lascia intravedere sviluppi notevoli. Non si tratta solo di numeri o di formule, ma della possibilità di aprire una finestra privilegiata su processi fondamentali dell’universo.
Dal riempimento all’avvio della presa dati
Come riportato dal comunicato stampa dell’INFN, raggiungere questo punto non è stato affatto semplice. Gli impianti di purificazione, progettati per garantire una radio-purezza estrema e una trasparenza ottimale dello scintillatore, hanno funzionato senza intoppi, come spiega Paolo Lombardi dell’INFN di Milano, che ha guidato il gruppo responsabile del trattamento. La qualità del liquido è cruciale: basta una minima contaminazione per compromettere anni di lavoro.
L’apparato si trova a 700 metri di profondità, vicino alla città di Jiangmen, nella provincia del Guangdong. Da lì osserva i neutrini prodotti dalle centrali nucleari di Taishan e Yangjiang, a 53 chilometri di distanza. La posizione non è casuale: il tragitto relativamente breve riduce le interazioni con la crosta terrestre e permette di ottenere dati puliti, senza le ambiguità che hanno ostacolato esperimenti simili in passato.

Le ambizioni scientifiche e il contributo internazionale
Il programma di JUNO non si ferma alla determinazione dell’ordinamento di massa. I dati raccolti serviranno anche a perfezionare la conoscenza di tre parametri chiave delle oscillazioni dei neutrini. Inoltre, il rivelatore si prepara a studiare segnali da supernovae, neutrini solari, geoneutrini e perfino scenari più speculativi, come l’ipotesi dei neutrini sterili o il decadimento del protone.
La storia del progetto è lunga: proposto nel 2008, approvato nel 2013 dall’Accademia Cinese delle Scienze e dalla provincia del Guangdong, ha visto l’INFN unirsi già nel 2014, primo ente straniero a farlo. Dopo anni di scavi e lavori sotterranei, l’installazione del rivelatore è stata completata nel dicembre 2024.