L’Agenzia delle Entrate non sente ragioni | Occhio al conto corrente: controllano anche i movimenti di spiccioli

Attenzione, quindi, a ciò che fai

Controlli dell'Agenzia delle Entrate (Canva) - systemscue.it

Al giorno d’oggi, l’Agenzia delle Entrate può controllarti fino all’ultimo centesimo del conto corrente. Quindi, attento a ciò che fai.

In un mondo dove, purtroppo, il costo della vita continua a salire, molte persone si trovano in difficoltà persino nel riuscire a coprire le spese quotidiane. A causa dell’inflazione, dei salari stagnanti, e delle spese impreviste, i quali rendono appunto difficile, per una parte sempre più ampia della popolazione, arrivare a fine mese senza preoccupazioni.

Dinamiche in cui, siffatte disuguaglianze sociali giocano per l’appunto, un ruolo cruciale. Tanto che chi parte da una posizione svantaggiata, spesso incontra infatti ostacoli maggiori, nell’accesso a un’istruzione di qualità, o a un lavoro stabile e ben retribuito. Andando a creare, tutto questo, un circolo vizioso da cui è poi difficile uscire.

Un altro elemento, a maggior ragione, determinante, è anche la precarietà lavorativa. Per via di contratti temporanei, paghe insufficienti, e mancanza di tutele, tali da render la vita economica, instabile e piena di incertezze. A tal punto che, in molte famiglie, pur lavorando in due, il reddito sembri non bastare comunque.

Infine, l’aumento dei costi di beni essenziali, come cibo, energia e abitazioni, aggrava ulteriormente la situazione: spingendo, quindi, sempre più persone sull’orlo della povertà.

Bonifici e controlli fiscali: cosa sapere

Nel contesto digitale attuale, persino un semplice bonifico può avere conseguenze fiscali non irrilevanti. Con operazioni che, sebbene apparentemente innocue – come pagare un affitto, o restituire un prestito -, in realtà, le stesse potrebbero attirare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate, se non adeguatamente documentate. Essendo infatti sufficiente una causale poco chiara, o un importo sospetto, per far scattare i controlli.

D’altronde, ogni transazione bancaria è oggi monitorata e incrociata da sistemi informatici avanzati. Dove bonifici, carte e conti correnti, son appunto facilmente accessibili, per eventuali verifiche fiscali. E in caso di anomalie, il contribuente non deve far altro che dimostrare l’origine lecita delle somme ricevute. Secondo okmugello.it, persino i bonifici tra familiari o amici, necessitano proprio di scritture private, o di accordi ufficiali, per non sollevare dubbi.

Da giustificare sempre
Bonifici fra privati (Canva) – systemscue.it

Bonifici sospetti, e soglia dei 5 mila euro

I bonifici fra privati, specialmente se privi di giustificazioni formali, son fra i più esposti a controlli. Difatti, ogni trasferimento superiore ai 5 mila euro, vien automaticamente segnalato all’Unità di Informazione Finanziaria: creando, quindi, un primo livello di attenzione, anche se non si tratta poi, di un controllo fiscale diretto. In cui la trasparenza, in questi casi, sarebbe davvero essenziale.

Anche prelievi o versamenti superiori ai 10 mila euro in un mese, vengono segnalati automaticamente. Dunque, per proteggersi è fondamentale specificare sempre la causale del bonifico; e se necessario, formalizzare precisi accordi scritti. Poiché in un sistema dove ogni movimento lascia traccia, la prudenza e la chiarezza si rivelano indispensabili, per evitare accertamenti fiscali.