L’Agenzia delle Entrate ha fregato tutti | Altro che pausa ferie: non controlla solo i conti correnti, ma anche quanti contanti usi

Agenzia delle Entrate, i controlli (Canva) - SystemsCUE
L’Agenzia delle Entrate ha accelerato i controlli su dei pagamenti particolari in contanti: di cosa si tratta e cosa sapere per evitare grane
C’è chi pensa che l’Agenzia delle Entrate vada in vacanza. In effetti, ad agosto l’AdE rallenta i controlli. Ma non è sempre così. Perché? Perché l’Agenzia delle Entrate non lascia scampo ai “furbetti”.
Ma come avvengono questi controlli? Attraverso una rete di controllo sempre più sofisticata, che include anche le cosiddette operazioni “extra conto”, cioè quelle fatte allo sportello, in contanti.
Ma chi dovrebbe prestare particolare attenzione in questo periodo? Ebbene, ci sono alcuni che possono fare alcune operazioni poco chiare in contanti che possono destare i sospetti dell’Agenzia delle Entrate.
Quali potrebbero essere le operazioni da evitare anche nel periodo estivo? Ecco tutto quello che c’è da sapere per non avere brutte sorprese poco prima di andare in vacanza o al ritorno dalle ferie.
Agenzia delle Entrate, occhio a queste operazioni in contanti
Solitamente, chi paga in contanti crede di non essere tracciato. Ma non è sempre così. Anzi, l’Agenzia delle Entrate valuta attentamente queste operazioni perché proprio in questi modi alcuni potrebbero provare a evadere le tasse.
Quali sono le operazioni in questione? Come riporta il sito Brocardi.it, ogni bonifico pagato in cash, ogni richiesta di assegno circolare o cambio valuta allo sportello lascia una traccia. Le banche e gli uffici postali sono obbligati a registrare e comunicare automaticamente all’Anagrafe dei rapporti finanziari i dati dell’operazione: nome, cognome, codice fiscale, importo e motivazione. Da lì, l’Agenzia delle Entrate incrocia i dati con i redditi dichiarati e, se qualcosa non torna, può scattare l’accertamento.

Altri controlli fatti in banca
I controlli dell’Agenzia delle Entrate anche ad agosto non si fermano qui. Infatti, non serve nemmeno avere un conto corrente: anche chi opera “fuori sistema” può essere intercettato. Basta che quel denaro finisca in banca, anche solo per un bonifico o un versamento, e immediatamente diventa tracciabile. Ed è a quel punto che il Fisco può chiedere spiegazioni sull’origine della somma, specie se il profilo reddituale del contribuente non giustifica certi movimenti.
Ma non si parla soltanto di conti bancari. Il potere di controllo non si limita ai conti correnti: il Fisco monitora anche conti deposito, carte prepagate, libretti postali, cassette di sicurezza (tracciando anche gli accessi) e persino i fondi gestiti o affidati a fiduciari. Rimane una zona d’ombra solo per le transazioni in contanti tra privati, a patto che non emergano in seguito a controlli o segnalazioni. Ovviamente, i controlli sono anonimi, senza alcun preavviso e le conseguenze potrebbero essere molto gravi: la restituzione fino al 240% del reddito non dichiarato.