La Cassazione vince la guerra col Fisco | Gli italiani possono festeggiare: nessun accertamento è valido

Gli italiani possono festeggiare (Canva) - systemscue.it
Finalmente, una buona notizia: ovvero che nessun accertamento, in merito a contenziosi con la giustizia, può ritenersi valido.
Creare una casella di posta elettronica è oggi un’operazione semplice, ma particolarmente fondamentale. L’e-mail, infatti, è uno strumento indispensabile per lavoro, studio, e comunicazione personale.
Il primo passaggio, consiste nel selezionare un servizio di posta, come Gmail, Outlook o Yahoo. Nello specifico, ogni provider offre funzionalità diverse, da maggior spazio di archiviazione, a strumenti di sicurezza avanzata.
Una volta scelto il servizio, compilare un modulo con dati personali, come nome, cognome e data di nascita; selezionare un indirizzo e una password sicura, il quale garantisca la protezione dell’account.
E una volta fatto tutto questo, il processo si conclude con la verifica, solitamente tramite SMS o altro indirizzo e-mail. Così che da quel momento, la casella sia attiva e pronta per inviare e ricevere messaggi.
Una svolta nella giustizia digitale
Con l’ordinanza n. 25084 del 12 settembre 2025, la Corte di Cassazione ha segnato un cambiamento epocale, nelle notifiche via PEC. Decisione riguardante un architetto sanzionato dal proprio Ordine professionale, sebbene l’atto disciplinare non sia mai davvero arrivato a destinazione, dato che la casella di posta era piena. Motivo per cui, la Corte Suprema ha stabilito che, in simili circostanze, la notifica non si perfeziona giuridicamente, tutelando quindi il diritto di difesa.
Secondo i giudici, il principio che obbliga i cittadini a mantenere attiva e capiente la PEC, non può esser interpretato in modo assoluto, poiché se manca la garanzia di conoscibilità, l’atto non può considerarsi notificato. Perciò, in contesti come il processo civile telematico, esistono sistemi alternativi che suppliscono al problema; sebbene fuori da tali circuiti, la “consegna tentata” non equivalga, poi, a una consegna effettiva.

La prova decisiva
La Cassazione chiarisce che la notifica si perfeziona solo quando vien generata la Ricevuta di Avvenuta Consegna (RAC). Per questo, una casella piena impedisce al gestore di produrre tale ricevuta, rendendo quindi l’atto, giuridicamente inesistente. Non essendo, comunque, sufficiente un invio tecnico, poiché l’atto deve entrare concretamente nella sfera di conoscibilità del destinatario. E come evidenziato da brocardi.it, anche la disponibilità dev’esser verificabile e dimostrabile.
Pertanto, la Corte ha escluso che una casella satura, possa esser assimilata al rifiuto esplicito di notifica. Infatti, Quest’ultimo è un atto volontario e consapevole, mentre la mancata ricezione, può derivare da semplice dimenticanza o cause esterne. Per questo, equiparare i due scenari, significherebbe violare i principi di consapevolezza e difesa, riportando la giustizia verso un formalismo ormai superato.