Il robot NEO non è ancora in grado di fare le attività autonomamente: ecco perché

Illustrazione di un maggiordomo robot (Canva FOTO) - systemscue.it
Un maggiordomo robot risolverebbe tanti problemi, e anche tante seccature. Eppure, ci vorrà ancora un po’ prima di avere il robot “perfetto”.
C’è qualcosa di affascinante nel guardare un robot camminare in casa come se fosse uno di famiglia, e l’esperimento fatto da Joanna Stern del The Wall Street Journal per il 1X Technologies Neo ne è un esempio. Promette di caricare la lavastoviglie, piegare la biancheria e persino prendere qualcosa dal frigorifero, e tanto altro. Ma tra ciò che viene mostrato nei video promozionali e ciò che accade davvero, pare esserci ancora un bel divario.
Durante il test, Stern ha rilevato che il robot non operava in modo completamente autonomo: dietro ogni gesto apparentemente fluido c’era un operatore umano in tele‐controllo, che guidava i movimenti tramite visore VR. Questo dettaglio ha un peso non da poco: se il robot non può ancora agire da solo, l’idea di avere un assistente robotico sempre disponibile ancora è ancora fantascienza.
Il prezzo dichiarato per gli ordini anticipati è della fascia dei 20.000 USD o tramite abbonamento mensile, con consegna stimata intorno al 2026. È un investimento serio, e in qualche modo ci si aspetta che il robot lavori davvero in autonomia, senza che ci sia bisogno di un “aiuto esterno”.
Altro nodo: la privacy. A quanto pare, per far sì che il robot cominci ad imparare qualcosa dall’ambiente domestico, l’utente deve accettare che un operatore remoto abbia accesso a riprese e telecamere in casa. Non proprio il sogno di riservatezza che molti immaginano. Il tutto è stato documentato da un video pubblicato proprio dalla giornalista che ha partecipato a questo esperimento.
Le promesse e le implicazioni del Neo
Il Neo viene presentato come una vera e propria svolta domestica: abitacolo casalingo, compiti quotidiani affidati a un robot che, in teoria, riduce il carico della routine. Il video dell’azienda lo mostra come fosse già perfettamente operativo, ma la realtà del test scatta una fotografia più cauta: l’autonomia non era tale, e il contributo umano è risultato evidente.
L’aspetto economico non è secondario: come riportato da un articolo del The Wall Street Journal, si tratta di circa 20.000 USD (che non sono pochi spicci). Considerando che la consegna è prevista per il 2026, l’attesa è lunga e il salto verso il completamento dell’autonomia è ancora da compiere. Dunque ci troviamo in una fase ibrida, tra promessa e prodotto concreto, che richiede realismo: il robot può già fare cose, sì, ma non tutto, e non ancora senza assistenza.

Limiti, condizioni e contesto tecnico
Come riportato dal video e dall’articolo del The Wall Street Journal, il test rivela che il robot pesa circa 30 kg ed è dotato di attuatori “tendon-like”, concepiti per garantire movimenti più morbidi e meno pericolosi in un ambiente domestico. Nonostante ciò, alcune difficoltà emergono: la motricità fine risulta ancora imprecisa, l’equilibrio in certi passaggi è instabile e la supervisione umana rimane imprescindibile.
Dal punto di vista della privacy, la condizione è chiara: per far parte del progetto occorre permettere che un operatore remoto acceda alle immagini registrate dalle telecamere del robot, situate in casa. Il compromesso fra innovazione e riservatezza è dunque evidente, e non tutti potrebbero sentirsi a loro agio con questo livello di monitoraggio.
