Il FISCO come il Grande Fratello | Ti spia H24 senza che tu lo sappia: mette mano anche al conto corrente

Utente spiato (Depositphotos foto) - www.systemcue.it

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Ti osserva senza farsi vedere e soprattutto senza che tu lo sappia: ogni spesa può diventare un indizio per il Fisco.

Viviamo in un mondo dove ogni gesto lascia una traccia. Ogni volta che paghi con la carta, che usi l’app della banca o che fai un bonifico, stai letteralmente scrivendo una storia. Una storia che è assolutamente tracciabile.

E quella storia, in certi casi, può finire sotto gli occhi di chi ha il compito di controllare. Non sempre ce ne accorgiamo, anzi, spesso non ne abbiamo proprio idea. Ma dietro il velo della comodità digitale si nasconde una rete invisibile.

Una rete che osserva, annota e, a volte, interviene. È ormai raro tirare fuori contanti. Facciamo tutto — tutto — con smartphone e carte. È pratico, veloce, pulito. Ma c’è un lato meno noto: ogni transazione lascia un’impronta.

E queste impronte non spariscono assolutamente nel nulla. Anzi, diventano parte di un gigantesco puzzle che racconta quanto spendi, dove, e soprattutto se quello che spendi corrisponde a ciò che dichiari.

Tecnologia e magagne

La tecnologia ci ha semplificato la vita, su questo non si discute. Ma ha anche reso più semplice per chi ha gli strumenti giusti — tipo il Fisco — mettere insieme i pezzi. Non si tratta più di controlli saltuari, su segnalazione. Oggi il monitoraggio può essere automatico, silenzioso, costante. E può riguardare chiunque, anche chi pensa di avere tutto in regola.

In realtà, nessuno ti avvisa. Nessuna lettera, nessun alert. Basta un’incongruenza, anche minima, tra quanto risulta sul tuo conto e ciò che dichiari nella dichiarazione dei redditi. E lì può partire l’attenzione. Non c’è bisogno di stranezze clamorose: basta che qualcosa non torni. E il Fisco comincia a farsi domande.

Carte di credito (Pixabay foto) - www.systemcue.it
Carte di credito (Pixabay foto) – www.systemcue.it

Come il Fisco accede ai tuoi dati senza avvertire

Come riporta Brocardi.it, grazie a uno strumento chiamato Anagrafe dei Rapporti Finanziari, l’Agenzia delle Entrate può accedere a una quantità impressionante di info sui tuoi conti. Non solo saldo e movimenti, ma anche investimenti, versamenti, e pure l’esistenza di cassette di sicurezza. Tutto ciò viene trasmesso dalle banche e dagli operatori finanziari regolarmente, senza che tu venga interpellato. È previsto — giusto per essere precisi — dall’art. 32 delle disposizioni sull’accertamento dei redditi.

E se da questi dati risulta che il tuo stile di vita è… diciamo più alto di quanto il tuo reddito possa giustificare, ecco che scatta un campanello d’allarme. Spese troppo alte, acquisti frequenti, viaggi o cene in ristoranti costosi: possono essere visti come segnali di redditi non dichiarati. A quel punto, non è il Fisco che deve dimostrare qualcosa: sei tu a dover spiegare da dove arrivano quei soldi. Serve documentazione, ricevute, atti, insomma prove concrete. E se non ce l’hai, spiegare diventa parecchio complicato.