Il conto in banca non è mai stato così in pericolo | Basta una ricerca su Google e sei fregato: è colpa di questa parola

Piattaforme inaffidabili (Canva) - systemscue.it
Quando effettuiamo determinate azioni su Google, purtroppo mettiamo a rischio tutti i nostri soldi. Compreso il conto in banca.
Quando digitiamo una parola chiave su Google, il motore di ricerca non si limita a restituire pagine a caso, poiché dietro a ogni risultato, c’è un sistema complesso che valuta milioni di pagine web mediante determinare quali siano le più rilevanti, per la nostra richiesta. Per questo, l’obiettivo è farsi trovare rapidamente, risparmiando così tempo e fatica.
Nondimeno, Google tiene conto, non solo della parola digitata, ma anche del nostro comportamento online; come anche delle ricerche precedenti; dei clic sui risultati; e della nostra posizione geografica. In questo modo, il motore può quindi personalizzare i risultati, mostrando contenuti che rispondono meglio a interessi e necessità del momento.
Essendoci, dietro a tutto questo, algoritmi complessi e aggiornamenti costanti, pensati appunto per riconoscere contenuti affidabili e di qualità. Poiché Google valuta persino l’autorità dei siti, e la pertinenza delle informazioni, rispetto alla nostra domanda.
Quindi, grazie a questi sistemi intelligenti, ogni ricerca diventa più veloce ed efficace. Non trattandosi solo di mostrare risultati, ma di anticipare ciò che vogliamo realmente trovare. Rendendo l’esperienza online, più intuitiva e soddisfacente.
Ricerche all’apparenza innocue
Tuttavia, anche una semplice ricerca su Google, può nascondere insidie per la sicurezza online. Secondo esperti del settore, ci son infatti parole chiave che si trasformano rapidamente in esche per hacker e cybercriminali. A prima vista, potrebbe sembrar sufficiente evitare link sospetti, ma la realtà è molto più complessa, giacché un solo passo falso può mettere a rischio dati sensibili, come quelli bancari. Tanto che lo stesso sito money.it, evidenzia come alcune ricerche siano particolarmente pericolose, e meritino attenzione.
Determinate categorie di ricerche, non a caso, son più insidiose di altre. Per esempio, digitare “servizio clienti + nome azienda”, può difatti portare a pagine create dai truffatori, le quali richiedono l’installazione di software da remoto per ottenere accesso ai dispositivi. Anche i tutorial di hacking, come quelli per ottenere password Wi-Fi, o accedere a profili altrui, nascondono spesso malware. E lo stesso vale per siti che promettono l’acquisto di farmaci senza ricetta, dove informazioni personali e dati bancari, potrebbero esser rubati.

Prestiti facili, e software pirata
Fra le ricerche rischiose che si possono fare, emergono anche portali che offrono prestiti rapidi: che non di rado, richiedono dati bancari anticipati, offrendo però, garanzie ingannevoli. Allo stesso modo, il download di software pirata, il quale può includere malware pericolosi, mettendo a rischio privacy e dispositivi degli utenti.
Per ridurre i rischi, dunque, è fondamentale affidarsi a siti ufficiali; controllare sempre i certificati HTTPS; e scaricare, appunto, solo software dotati di licenza. Senza dimenticare di: attivare l’autenticazione a due fattori; mantenere aggiornati, sistema operativo e antivirus; e fare attenzione a link e moduli sospetti. Tutte pratiche, insomma, indispensabili per proteggere dati e dispositivi, dalle trappole digitali.