Governo, prima ti dà i soldi e poi li rivuole indietro | Se hai ricevuto questo Bonus non spendere più un centesimo: ti rovinano la vita

Attenzione a questi soldi (Canva foto) - www.systemscue.it
Attento a questo Bonus: lo Stato prima ti versa i soldi e poi te li richiede indietro con gli interessi, rischi di finire nei guai.
Quando si parla di bonus, aiuti statali e sussidi, la reazione è quasi sempre la stessa: chi ne ha diritto lo aspetta come ossigeno, chi non ce l’ha si arrabbia, e tutti sperano solo che non ci siano complicazioni. Ma si sa, con la burocrazia italiana, le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
Negli ultimi anni si è parlato tantissimo di sostegni al reddito, nuovi strumenti, promesse di controlli più stretti. Ma nel frattempo, molti cittadini si sono trovati tra le mani dei soldi… senza sapere che, da lì a poco, avrebbero dovuto restituirli. E non per cattiva volontà, ma perché qualcosa è andato storto.
Il problema? Spesso non c’è nemmeno un avvertimento chiaro. Ti arriva il bonifico, pensi sia tutto regolare, lo usi per pagare l’affitto, fare la spesa, sistemare una bolletta arretrata. Poi, mesi dopo, arriva una lettera: “Gentile contribuente, deve restituire l’importo ricevuto”. Panico.
E così, una misura pensata per aiutare, può trasformarsi in un incubo. Con l’aggravante che, se non paghi, rischi trattenute, sanzioni e pure grane future con l’INPS o con l’Agenzia delle Entrate. Insomma, l’aiuto rischia di ritorcerti contro.
Il meccanismo dell’assegno di inclusione e le prime segnalazioni
Con il passaggio dal Reddito di Cittadinanza al nuovo Assegno di Inclusione, lo Stato aveva promesso controlli preventivi più rigidi. L’idea era chiara: meglio controllare prima di erogare, così si evitano le truffe. Ma qualcosa, evidentemente, non ha funzionato a dovere.
Molte persone hanno ricevuto l’assegno per diversi mesi, convinte di rientrare nei requisiti. Solo che adesso stanno arrivando le prime lettere dell’INPS con la richiesta di restituzione delle somme. Alcune includono persino il bollettino per pagare in un’unica soluzione. In certi casi si parla di migliaia di euro.

Le richieste di rimborso e cosa rischia chi ha già speso tutto
I casi sono reali: come quello di un cittadino che si è visto recapitare una richiesta da 2.500 euro perché l’invalidità dichiarata non bastava a rientrare nei parametri. E ora si ritrova senza il sussidio e pure con un debito da rimborsare entro 30 giorni.
Chi non ha la liquidità per saldare subito, può chiedere una rateizzazione, ma serve l’ok dell’INPS. Altrimenti, si va di trattenute sulle pensioni, sulle prestazioni future o su qualsiasi somma versata dallo Stato. Un errore iniziale può diventare un vero incubo burocratico.