Google ha lanciato un’App invisibile che controlla gli utenti | A rischio tutte le foto: le guardano una ad una

E se fosse davvero pericolosa?

Un'app invisibile (Canva) - systemscue.it

L’ultima app di Google, sta facendo discutere moltissimo, poiché spia realmente gli utenti. E se fosse solo questione di impostazioni?

Condividere immagini dei propri figli sui social media, noto come “sharenting“, è una pratica sempre più diffusa, fra i genitori. Sebbene, proprio quest’abitudine, può comportare rischi significativi per la privacy e la sicurezza dei minori. Infatti, dal canto loro i bambini non son in grado di fornire un consenso informato, riguardo alla pubblicazione delle loro immagini online. E questo può portare a una violazione dei loro diritti alla privacy e all’autodeterminazione.

Inoltre, una volta condivise, le foto possono esser difficili da rimuovere completamente dalla rete. Potendo esser poi utilizzate da malintenzionati per scopi illeciti, come il furto d’identità o il cyberbullismo. O nel caso di contenuti innocenti, i quali possono appunto esser sfruttati in modo improprio e del tutto rischioso.

Nondimeno, la condivisione continua di dettagli intimi può influire negativamente sull’autostima del bambino, e sulla sua percezione di sé. Motivo per cui, in futuro potrebbero emergere conflitti fra genitori e figli, riguardo alla gestione della loro identità digitale.

Quindi, per proteggere la privacy dei bambini è fondamentale limitare la pubblicazione di immagini personali; ottenere il loro consenso, quando possibile; e informarsi sulle impostazioni di privacy delle piattaforme social. Per di più, cercando di sensibilizzare familiari e amici, riguardo ai rischi dello sharenting.

Una crescente preoccupazione

Negli ultimi tempi, Google ha suscitato preoccupazioni fra gli utenti e i ricercatori di sicurezza, con il suo servizio chiamato SafetyCore. Una componente di sistema, di Android, stata accusata di scansionare le foto degli utenti, senza il loro consenso esplicito. Tanto che l’allarme in questione, ha acceso un dibattito intenso sulla privacy, con opinioni contrastanti. Poiché da un lato, c’è chi teme che la scansione violi la propria privacy; dall’altro, chi ritiene che il servizio offra invece una protezione utile e necessaria.

SafetyCore, nello specifico, è un servizio sviluppato da Google, e che lavora in background sui dispositivi Android, a partire dalla versione “9 Pie”. Non ha un’icona visibile, nell’elenco delle applicazioni, bensì supporta altre app nel classificare contenuti come spam, malware, e immagini sensibili. Funzionando tramite modelli di machine learning, che analizzano i contenuti direttamente sul dispositivo, senza necessità di inviarli ai server esterni: migliorando, di conseguenza, sicurezza e privacy.

L'attenzione cresce ogni giorno di più
Privacy digitale (Canva) – systemscue.it

Privacy e timori degli utenti

Nonostante Google garantisca che la scansione avvenga in locale e non riguardi contenuti privati non richiesti, la mancanza di trasparenza riguardo l’attivazione automatica del servizio, ha letteralmente suscitato dubbi, fra gli utenti. Così che, infatti, la percezione di un’installazione silenziosa alimentasse il timore di sorveglianza e violazione della privacy, portando alcuni a chiedersi perciò, se i benefici giustifichino questi rischi.

Per coloro che desiderano disattivare il servizio, è possibile farlo accedendo alle impostazioni del telefono, e selezionando “App di sistema”, da dove si può appunto disabilitare SafetyCore. Sebbene disinstallarlo, potrebbe in realtà compromettere alcune funzionalità legate alla sicurezza e alla privacy nelle app che ne dipendono. Quindi Google, consiglia di mantenerlo attivo, per un’esperienza completa.