FISCO, ormai siamo alla follia | Non puoi fare nemmeno un solo passo senza controlli: sei fregato anche se compri un litro di latte

Soldi e preoccupazione per il fisco (Canva-Depositphotos foto) - www.systemscue.it
Il Fisco monitora ogni minimo passo che compi. Per questo dovresti stare attento anche nelle più banali spese quotidiane
Quando si fa riferimento al termine Fisco, viene generalmente indicato quel gruppo di istituzioni che hanno come assoluta priorità del proprio lavoro la gestione di tutte le entrate pubbliche, versate dai cittadini stessi.
In particolar modo, si fa riferimento alle imposte che l’intera cittadinanza è obbligata a versare e che gli organi componenti il Fisco hanno prerogativa di riscuotere.
Lo Stato, dunque, attraverso l’azione esercitata dal Fisco riesce ad ottenere i fondi necessari a rifinanziare l’esecuzione e lo svolgimento di servizi pubblici, a beneficio del cittadino stesso.
Tanto per citarle, le istituzioni che generalmente vengono annoverate all’interno di questo gruppo sono l’Agenzia delle Entrate, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione e il MEF, Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Attenti ai controlli del Fisco
Ma sapete che anche portare a termine acquisti all’apparenza banali potrebbero condurre i cittadini all’interno di un vero e proprio polverone, tampinati incessantemente dal Fisco. L’aspetto più preoccupante, a detta di molti, è il fatto che il Fisco non sia nemmeno obbligato ad informare il cittadino nel caso in cui decida di far partire una serie di verifiche sul conto dello stesso; dunque, inconsapevoli di essere attenzionati, chiunque di noi potrebbe cimentarsi in spese leggermente più elevate rispetto ai canonici acquisti, rischiando di essere inquadrato come un vero e proprio criminale.
In particolar modo, questo avviene concentrandosi sulle spese che vengono effettuate usufruendo di strumenti digitali, oggigiorno rappresentanti parte preponderante degli acquisti complessivi; tutte le transazioni risultano tracciabili e, nel caso in cui alcune possano risultare quantomeno sospette, attirare l’attenzione degli organi competenti, che si attiveranno con le opportune verifiche. D’altronde è importante sapere come il fine principale inquadrato dal Fisco è quello di combattere ed impedire la piaga dell’evasione fiscale; ogni minimo dettaglio può essere, dal punto di vista degli enti, un campanello d’allarme circa la possibilità di evasione da parte di un cittadino, a partire dalle cifre indicate, per esempio, da un libero professionista all’interno della dichiarazione dei redditi, sino ad arrivare alle spese, anche quelle apparentemente più insulse, riferenti alla quotidianità.

Le armi a disposizione dei contribuenti
L’articolo 32 comma 1 del DPR 600 istituito nel 1973 specifica che gli organi preposti all’ambito del controllo delle imposte abbia piena e libera facoltà di rivolgersi alle Poste, oltre che agli istituti bancari, al fine di ottenere informazioni circa l’effettuazione di transazioni o investimenti da parte di ogni qualsivoglia cittadino. Di riflesso, l’obbligo per le banche o per ciascun differente ente occupantesi di tenere traccia della contabilità dei cittadini, è quello di comunicare i movimenti di ciascuno sul proprio conto corrente direttamente al Fisco.
Secondo quanto riporta un dettagliato articolo di Abruzzo CityRumors, poi, l’unica possibilità per i cittadini di dimostrare l’assenza di ogni qualsivoglia atto malevolo volto ad ingannare il Fisco è quella di fornire una prova concreta, come un documento, recante scritta la data e la motivazione dietro ad una spesa che lo stesso ritiene non propriamente incline alla norma.