Bonifici, se regali soldi a tuo figlio sei nei guai | Cambia tutto anche per pochi spicci: il Fisco vuole l’atto del notaio

Fare un prestito a tuo figlio può rivelarsi decisamente complicato (Freepik Foto) - www.systemscue.it
Ci sono gesti che nascono dal cuore e finiscono dritti nel conto corrente.
Un genitore che aiuta un figlio a fare il primo passo verso l’indipendenza, un nonno che vuole dare una mano per comprare casa, una madre che decide di regalare un piccolo gruzzolo per un progetto di vita. Tutto sembra semplice, naturale, perfino tenero. Ma in realtà, dietro un gesto così affettuoso, può nascondersi un terreno pieno di regole, firme e obblighi legali.
Molti pensano che un bonifico, chiaro e tracciabile, basti a dire: “è un regalo, e basta”. Ma la legge, come spesso accade, ama la precisione più del sentimento. E proprio quando si tratta di soldi che “passano di mano” senza nulla in cambio, la precisione diventa un requisito fondamentale.
Non si tratta di diffidenza o di sfiducia, bensì di tutela. Il diritto civile, con il suo linguaggio complesso e rigoroso, mira a garantire che ogni atto di generosità sia anche un atto consapevole, ponderato e inoppugnabile. Ed è qui che la spontaneità incontra la burocrazia, in un equilibrio tutt’altro che scontato.
E così, quel gesto che in famiglia sembra solo un “aiuto”, può diventare un tema da manuale di diritto. Perché quando l’affetto si misura in cifre, è la legge a decidere se quel dono è valido… o se rischia di essere cancellato come se non fosse mai esistito.
Dove finisce il gesto e inizia la regola
La normativa italiana, tanto antica quanto precisa, vede nella donazione un atto solenne, quasi sacro. Non basta la buona intenzione: serve la forma giusta. E la forma, in questo caso, è l’atto pubblico notarile.
Per lo Stato, infatti, donare una somma non è un semplice passaggio di denaro: è una scelta che modifica un patrimonio e, in prospettiva, può cambiare gli equilibri di un’eredità. Per questo motivo, la legge pretende la presenza di un notaio e di due testimoni, così da assicurarsi che la volontà del donante sia autentica e consapevole. Esiste però un’eccezione: la cosiddetta donazione di modico valore. Qui il diritto si fa più umano, più realistico. Se la somma è contenuta e proporzionata alle condizioni economiche del donante, il bonifico può bastare. Ma attenzione: ciò che è “modico” per qualcuno può essere tutt’altro per qualcun altro. E spesso, il confine tra “piccolo aiuto” e “donazione vera e propria” è molto più sottile di quanto si creda.

Quando la generosità incontra la prudenza
La parte più delicata arriva quando la generosità si traveste da semplicità. Molti genitori, mossi solo dall’affetto, effettuano bonifici convinti di agire nel modo più corretto, senza immaginare che la forma mancante possa rendere nullo il gesto stesso. In caso di contenzioso, di successione o di controlli fiscali, quella donazione può infatti essere considerata inesistente. E a quel punto, il dono si trasforma in un problema.
Non mancano poi i “falsi prestiti”, quei trasferimenti dichiarati come somme date “in prestito” ma che in realtà non verranno mai restituite. Anche qui, la legge non perdona: un prestito che nasconde una donazione è una donazione mascherata, e come tale può essere invalidata. Morale della favola? Quando si decide di regalare una somma importante, è meglio un atto in più oggi che un problema in più domani.
