Bonifici, se non stai attento sei finito | L’Agenzia delle Entrate è in agguato: ti suicidi con questa mossa sbagliata

Sei finito, con questo documento (Canva) - systemscue.it
Quando effettui un bonifico, ricordati sempre quello che stai per leggere, poiché se ti becca, rischi davvero il carcere.
I pagamenti digitali permettono transazioni rapide, spesso istantanee, da qualsiasi luogo e in ogni momento, senza il bisogno di contanti o sportelli bancari. E ciò semplifica, infatti, la vita quotidiana; oltre al far risparmiare tempo prezioso, ovviamente.
Grazie a sistemi di cifratura, autenticazione a più fattori, e registrazione automatica delle transazioni, così che essi possano infatti proteggere dai furti, e permettano di monitorare le spese in tempo reale. In contemporanea, andando (questo) ad aumentare la trasparenza finanziaria.
Nondimeno, ogni pagamento digitale può comportare commissioni (interbancarie o trans-frontaliere); sebbene, proprio la dipendenza dalla tecnologia, possa comportare dei rischi: come guasti di rete, blackout o bug, venendo quindi bloccato tutto .
Infine, non tutti son pronti o hanno accesso adeguato: come gli anziani, le aree rurali, o le persone senza Internet, le quali possono appunto rimanere escluse. Inoltre, la sorveglianza dei dati solleva preoccupazioni su privacy e profilazione .
Bonifici sotto la lente del Fisco
I controlli dell’Agenzia delle Entrate, non si limitano al denaro contante, bensì riguardano anche i bonifici bancari. E questo mezzo di pagamento, sempre più utilizzato soprattutto per la sua tracciabilità e sicurezza, permette al Fisco e alla Guardia di Finanza di monitorare i movimenti di denaro, per contrastare l’evasione fiscale. Quantunque, non tutti i bonifici comportino poi lo stesso livello di rischio.
Per l’appunto, l’Agenzia delle Entrate ha la facoltà di controllare i movimenti bancari anche in assenza di sospetti specifici. Dal momento che, secondo la normativa antiriciclaggio aggiornata nel 2022, le operazioni superiori a 5 mila euro devono esser segnalate all’Unità di informazione finanziaria (Uif). In particolar modo, per i privati cittadini, per cui son i bonifici in entrata a esser maggiormente soggetti a verifiche.

Le presunzioni del Fisco
Il Fisco presume che qualsiasi somma ricevuta sul conto corrente, sia reddito imponibile: a meno che non venga giustificata con documentazione adeguata. E a differenza dei bonifici in uscita, i quali di norma non sono oggetto di verifica per i privati, quelli ricevuti devono invece, esser sempre tracciabili e dichiarati.
In tal proposito, son considerati sicuri i bonifici legati a stipendi, affitti, fatture, e trasferimenti familiari. Al contrario, invece, i bonifici effettuati da amici o conoscenti, se non supportati esattamente da scritture private, aventi data certa. Non a caso, in assenza di prove concrete, il contribuente potrebbe dover giustificare somme ricevute, anche se le stesse, potrebbero non esser veri redditi.