Bonifici, arriva la stangata del Fisco | Se non firmi prima questo documento sei fregato: rischi una batosta pesante

Bonifico (Depositphotos foto) - www.systemcue.it
Il Fisco mette nel mirino queste tipologie di bonifici: senza un documento firmato e una causale chiara rischi accertamenti e sanzioni.
Quante volte capita, nella vita di tutti i giorni, di mandare un bonifico? Gesti che sembrano naturali, spontanei, che nascono da rapporti di fiducia. Ma quando quei bonifici passano per il conto corrente, le cose cambiano. Non sempre basta la buona fede, purtroppo. Il Fisco, infatti, non conosce l’affetto.
Ciò che per noi è semplice buon senso, per le autorità fiscali può diventare un’operazione da analizzare, con tutte le conseguenze del caso. Spesso si sottovaluta quanto sia importante giustificare un trasferimento di denaro. Nessuno ci pensa, perché ci si fida. Ma la legge non si basa sulla fiducia, bensì su prove, documenti, causali chiare.
Un altro aspetto che tende a sfuggire è proprio la natura giuridica del denaro che passa di mano. È un prestito? Una donazione? Un deposito fiduciario? Sono cose diverse e ognuna ha effetti precisi, anche se il denaro è lo stesso. Il problema nasce quando non si mette nulla per iscritto e si lascia tutto all’interpretazione.
E qui la situazione si complica. Se qualcosa va storto, se le relazioni cambiano o se interviene un controllo, non avere uno straccio di documento può diventare un grosso guaio. E allora sì che ci si pente di non averci pensato prima. Bastava poco.
Le trappole nascoste
Nel momento in cui una persona gira dei soldi a qualcuno, anche solo per aiutarlo, può trovarsi – senza volerlo – in un campo minato. Questa operazione è un contratto vero e proprio, anche se verbale, ma deve esserci l’intenzione chiara di restituire il denaro. Altrimenti, se non si specifica nulla, potrebbe sembrare una donazione.
Poi ci sono i casi meno evidenti, come il deposito irregolare. Uno pensa: “Ti tengo io quei soldi, tranquillo”. Ma anche qui la legge prevede regole e responsabilità, e se non ci sono carte firmate, dimostrare l’intenzione originale diventa un’impresa. Senza dimenticare che la donazione, se supera certe soglie, va pure registrata. E servirebbe pure un notaio.

Bonifici nel mirino: come evitare brutte sorprese
Ecco il punto: l’Agenzia delle Entrate sta mettendo sempre più attenzione ai bonifici che passano tra genitori, figli, zii, cugini… Se non c’è una scrittura privata o almeno una causale che spieghi bene cos’è quel passaggio di soldi, ci si ritrova facilmente sotto esame. Il rischio? Che venga visto come una donazione nascosta, e lì scattano tasse e sanzioni.
Come riporta Brocardi.it, basta davvero poco per mettersi al riparo: una firma, una frase chiara nel bonifico (tipo “prestito senza interessi”), un documento firmato. Eppure, spesso ce ne si dimentica. Ma se arriva un controllo, non ci sono scuse: senza prove, ci si gioca la tranquillità. E pure un bel po’ di soldi.