Benzinai: la cifra che guadagnano è assurda | Una busta paga del genere in molti se la sognano

Benzinaio (Depositphotos foto) - www.systemcue.it

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Prezzi dei carburanti sempre più alti, ma dietro il costo alla pompa si nasconde una realtà poco conosciuta.

Ormai fare il pieno sembra diventato un lusso. Ogni volta che si passa dal distributore, la sensazione è di lasciare lì mezzo portafoglio. Eppure, c’è sempre quella vocina che insinua il dubbio: ma tutti quei soldi, dove vanno a finire?

C’è davvero qualcuno che si arricchisce, o è solo un’impressione? Negli ultimi tempi il prezzo del carburante è diventato un tormentone. Tra crisi energetiche, inflazione e tasse sempre più pesanti, il costo alla pompa sembra fuori controllo.

Ma se guardiamo bene, oltre alle dinamiche globali, resta una domanda che molti si fanno sottovoce: i benzinai ci marciano o no? Il sospetto c’è, inutile negarlo. Ma quando si cerca di capire come funziona davvero il meccanismo, ci si ritrova in una giungla di cifre, costi nascosti e regolamenti che cambiano da zona a zona.

E intanto, c’è chi si chiede se passare dall’altra parte — cioè diventare gestore — sia una buona idea o solo un’illusione. A pensarci bene, l’idea non è così strana. Invece di continuare a spendere, perché non provare a guadagnarci?

Interrogativi importanti

Sembra semplice, ma poi uno si chiede: quanto ci vuole per aprire un distributore? Serve un capitale enorme? Quanto si porta davvero a casa ogni mese? Occhio però, perché non tutti i benzinai sono dipendenti. Alcuni sono anche i titolari della pompa. E lì cambia tutto.

Il guadagno, infatti, dipende da quanto carburante riescono a vendere. Ma prima che entrino soldi, ci sono un sacco di spese da coprire: il costo del carburante stesso, tasse, manutenzioni… e altre voci che spesso non si vedono.

Rifornimento (Pexels foto) - www.systemcue.it
Rifornimento (Pexels foto) – www.systemcue.it

E alla fine, quanto resta davvero?

Il prezzo che paghiamo alla pompa non è deciso dal benzinaio, anzi. Una parte importante del costo viene definita dai cosiddetti Platts, che stabiliscono il valore di benzina e gasolio venduti dalle raffinerie. Questa voce da sola pesa per circa il 30% sul prezzo finale. Poi ci sono l’IVA, le accise, ecc. Insomma, a conti fatti il margine per chi gestisce la pompa è davvero sottile. Circa il 10% sul prezzo al litro. Vuol dire che se spendi 50 euro di benzina, al gestore ne restano in tasca solo 5. E se pensi che aprire un impianto costa anche 500mila euro (sì, hai letto bene), con permessi da ottenere, burocrazia da superare e tempi lunghissimi, ti passa subito la voglia di pensare che sia un affare sicuro.

E fare il benzinaio dipendente? Dietro c’è un lavoro che, tra orari flessibili e clienti sempre di fretta, richiede anche un bel po’ di pazienza. E lo stipendio? Come riporta QuiFinanza, si parte da circa 870 euro al mese e si può arrivare a 1.570, ma solo con un po’ di esperienza sulle spalle. E’ vero che molti italiani guadagnano molto meno (e rispetto a questi si tratta quindi di uno stipendio molto alto) ma sono cifre che si attestano nella media.