Assegno di Inclusione, tragedia nella tragedia | Se cambi posto sei finito: te lo tolgono all’istante

Perdere assegno di inclusione (Canva foto) - www.systemcue.it
Se commetti questo errore rischi di dire per sempre addio all’assegno di inclusione: un dettaglio minuscolo che ti fa perdere tutto.
Molti cittadini hanno imparato a convivere con le nuove regole che hanno accompagnato la trasformazione del Reddito di cittadinanza nell’attuale Assegno di Inclusione. Questo strumento, pur rappresentando una forma di sostegno fondamentale per migliaia di famiglie, è circondato da norme rigide e controlli più serrati rispetto al passato, con l’obiettivo dichiarato di garantire la misura solo a chi ne ha davvero diritto.
Negli ultimi mesi si è discusso a lungo non soltanto delle modalità di accesso, ma anche delle circostanze particolari che potrebbero mettere in pericolo la continuità dell’aiuto. Tra queste, alcune situazioni legate alla residenza hanno destato particolare curiosità e preoccupazione, soprattutto tra coloro che si trovano già in condizioni di fragilità economica e sociale.
Il tema è ancora più delicato se si considera che il beneficio non riguarda esclusivamente il reddito, ma può rappresentare un argine contro l’emarginazione. Per questo motivo, ogni cambiamento che tocca l’organizzazione familiare o la condizione abitativa può assumere un peso notevole e suscitare timori diffusi.
Accanto a queste riflessioni, emergono poi i quesiti più pratici: cosa accade se una persona beneficiaria dell’Assegno decide o è costretta a cambiare la propria condizione abitativa? In quali casi il sostegno può essere confermato e in quali invece si rischia di perderlo? È su questi aspetti che si concentra la questione sollevata in maniera sempre più frequente.
Una regola che non tutti conoscono
Con l’arrivo del Governo Meloni, l’Assegno di Inclusione ha preso definitivamente il posto del Reddito di cittadinanza, introducendo requisiti più stringenti. Per ottenere il beneficio è necessario, ad esempio, che l’ISEE non superi i 10.140 euro e che il reddito familiare sia inferiore a 6.500 euro annui. A questi si aggiungono ulteriori condizioni legate all’età, alla presenza di minori o di persone con disabilità all’interno del nucleo.
Come ricorda anche Diritto Lavoro, a incidere non sono soltanto i parametri economici: vi sono infatti alcune situazioni che, se si verificano, fanno decadere immediatamente il diritto al sostegno. Tra queste rientra il trasferimento in particolari strutture, che possono alterare radicalmente la posizione del beneficiario nei confronti dell’INPS.

Il trasferimento che fa perdere l’assegno
Secondo quanto specificato dal portale INPS, chi percepisce l’Assegno di Inclusione non può risiedere in strutture a totale carico pubblico. Questo significa che, se una persona dovesse trasferirsi in una struttura di accoglienza, perderebbe automaticamente il diritto al beneficio. Si tratta di un vincolo preciso e poco conosciuto, che non lascia margini di discrezionalità.
In altre parole, l’aiuto economico resta valido solo per chi mantiene una residenza autonoma o comunque non interamente sostenuta dallo Stato. «Laddove la persona in questione decidesse di trasferirsi in una struttura di accoglienza – si legge – perderà automaticamente l’assegno di inclusione». Una regola chiara che, se ignorata, può trasformarsi in una perdita immediata e inaspettata del sostegno.