Alluvioni, terremoti e frane: con HaMMon i supercomputer stimano i danni prima che accadano

Monitoraggio delle frane (Freepik foto) - www.systemscue.it
La nuova frontiera della mitigazione del rischio e del monitoraggio: stiamo per assistere ad una svolta mai vista prima
I fenomeni naturali particolarmente rischiosi richiedono uno stretto e costante monitoraggio, soprattutto a seguito dell’incremento che si è, sfortunatamente, registrato nel corso delle ultime stagioni, arrivando ad ingigantire anche le successive conseguenze.
Lo studio che si concentra sulla probabilità di avvenimento e l’ipotetico rischio è fondamentale nel valutare, all’interno di un quadro completo ed esaustivo, l’impatto locale e regionale delle varie manifestazioni che possono improvvisamente avere luogo.
Si tratti di fenomeni particolarmente estremi, quali eruzioni vulcaniche o terremoti, o di eventi comunque allarmanti e potenzialmente letali, ma contraddistinti da una possibilità maggiore di contenimento e di intervento da parte dell’uomo, quali mareggiate, siccità, alluvioni e non soltanto.
Non è affatto un caso che la frequenza di simili circostanze sia aumentata proprio durante questi anni: pensate all’impatto gigantesco generato dai cambiamenti climatici, che hanno prodotto l’effetto immediato di intensificazione, per esempio, delle frane già esistenti, ma sino ad ora dimostratesi quiescenti e soltanto marginalmente pericolose.
Un lavoro meticoloso e indispensabile
Sul fatto che le strategie di controllo, ed eventualmente di prevenzione e mitigazione, debbano essere potenziate al massimo delle potenzialità della comunità, anche data l’evoluzione galoppante che sta riguardando interi settori, soprattutto in termini scientifici e tecnologici, non sussiste il minimo dubbio. Per questo è significativo attenzionare un progetto realmente ambizioso, che propone un approccio mai utilizzato prima d’ora nell’esame e nell’intervento concreto – qualora questo dovesse rivelarsi possibile – degli enormi fattori di rischio naturale, soprattutto concentrandosi sulla nostra Italia.
Stiamo attenzionando il progetto HaMMon, il cui fulcro dovrebbe corrispondere ad una piattaforma informatica che garantisca agevolmente lo svolgimento di attività di gestione e di sviluppo dei dati, con possibilità di fornire servizi e prestazioni di tutto rispetto, attraverso l’integrazione di nuove metodologie e di tecnologie all’avanguardia. Ciò potrà avvenire, focalizzandoci sul concreto, attraverso l’utilizzo di mappature rese possibili proprio dall’impiego di approcci quali la fotogrammetria, che permette la creazione di modelli 3D ad elevatissima risoluzione, integrata con algoritmi sempre più innovativi, nonché con l’intelligenza artificiale, che se applicata con criterio in campi come questo può davvero fornire un aiuto significativo.

Nel vivo dell’azione
L’azione effettiva si basa su una serie di modelli climatici in grado di prevedere il verificarsi di eventi potenzialmente rischiosi, valutandone anche il papabile impatto. Le strutture e le infrastrutture che sorgono nelle aree con maggiore probabilità di venire colpite da fenomeni metereologici e naturali drastici sono soggette ad un’analisi precisa e costante: sulla base di quest’opera vengono, inoltre, sviluppate delle curve di fragilità che servono per valutare e per rendere chiaro il rischio sismico o alluvionale di un determinato territorio.
I benefici diretti che questo progetto sarà in grado di garantire sono, infine, da ricercare in una maggiore facilità nell’identificazione dei rischi, anche antropici, correlati al successivo verificarsi di disastri naturali, nonché all’automazione dei controlli legati alle attività edilizie. Si prevede persino l’introduzione di un’applicazione totalmente digitale che permetterà di eseguire vere e proprie ispezioni, a distanza, delle aree che sono già state danneggiate dalle calamità naturali. A svelarlo è il sito della iFab Fundation.
