ALLARME ROSSO lavastoviglie | Lo hanno appena rivelato: non usarla più o ti ammali di brutto

Illustrazione di un pericolo (Canva FOTO) - systemscue.it
Purtroppo possono esserci problemi con la lavastoviglie, ed è meglio sapere un po’ come sta la situazione.
Le lavastoviglie sono tra gli elettrodomestici più comodi in cucina, ma possono nascondere alcuni rischi se usate in modo scorretto o trascurate nella manutenzione.
Uno dei principali pericoli riguarda il surriscaldamento: resistenze elettriche difettose o filtri intasati possono provocare cortocircuiti o addirittura incendi.
Anche la proliferazione batterica è un problema spesso sottovalutato. Se non si puliscono regolarmente filtri, guarnizioni e vasca, l’ambiente umido e caldo diventa ideale per muffe e germi, che possono finire sulle stoviglie.
L’uso scorretto dei detersivi è un altro fattore critico. Dosaggi e prodotti sbagliati possono danneggiare l’impianto interno o lasciare residui chimici sugli utensili, con possibili conseguenze per la salute, specialmente nei bambini.
Quando una semplice lavastoviglie diventa un problema
Sembrano gesti innocui, di quelli che si fanno ogni giorno senza pensarci troppo. Metti i piatti in lavastoviglie, chiudi lo sportello, avvii il ciclo e via. E invece no, a quanto pare c’è sotto qualcosa di più. Una nuova ricerca dell’Università del Queensland ha messo in luce un legame preoccupante tra l’uso della lavastoviglie e il rilascio di microplastiche, soprattutto quando si lavano contenitori in plastica.
Le alte temperature e l’azione abrasiva del lavaggio, infatti, possono danneggiare le superfici plastiche, che rilasciano minuscole particelle. Secondo lo studio pubblicato su Phys.org e ACS ES&T Water, un solo ciclo di lavaggio con plastica nel carico può rilasciare circa 920.000 micro e nanoparticelle nelle acque reflue. Su base annua, si parla di oltre 33 milioni di particelle per ogni famiglia. Numeri davvero impressionanti, che spingono a riflettere su gesti all’apparenza banali.

Un problema da non sottovalutare
Come riportato da SFP Dental Service Versilia, il problema sta tutto nelle microplastiche, frammenti piccolissimi (meno di 5 mm) che non si decompongono, ma si spezzano sempre di più, diventando praticamente invisibili. Una volta in circolo, finiscono ovunque: nei mari, nei pesci, nel terreno e, purtroppo, anche nel nostro organismo. Le ingeriamo con l’acqua, con il cibo e le respiriamo anche.
Il dottor Elvis Okoffo, tra gli autori dello studio, ha sottolineato come anche azioni normali apparentemente innocue possano avere effetti a lungo termine (Fonte: SFP Dental Service Versilia). La buona notizia? Qualcosa si può fare. Lavare a mano la plastica, usare filtri per le lavastoviglie, preferire materiali come vetro, ceramica o legno. E anche quando si parla di bucato, evitare abiti in fibre sintetiche aiuta: nylon e poliestere rilasciano microplastiche a ogni lavaggio.