ALLARME ROSSO BANCHE | Questa è appena fallita: cittadini rimasti senza un euro

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Brutto fallimento per una banca (Canva) - systemscue.it

Bruschi cambiamenti, stanno verificandosi all’interno delle banche: tanto che alcune, son prossime proprio al fallimento.

La crisi del 1929, nota anche come il “Grande Crollo“, rappresenta uno dei momenti più drammatici della storia economica mondiale. Ebbe origine negli Stati Uniti, ma le sue ripercussioni si estesero rapidamente, al livello globale.

Tutto iniziò con il crollo della Borsa di Wall Street, nell’ottobre del 1929, quando il valore delle azioni precipitò in modo improvviso e violento. Un evento il quale scatenò, poi, il panico fra gli investitori, provocando vendite massicce, e perdite finanziarie enormi.

La crisi, inoltre, si tradusse in una profonda recessione economica, che colpì industrie, banche e famiglie, con conseguenze sociali, devastanti. La disoccupazione aumentò drasticamente, e molte persone persero risparmi e mezzi di sussistenza.

Nondimeno, gli effetti della crisi si fecero sentire per tutto il decennio successivo, influenzando infatti politiche economiche e sociali, in tutto il mondo. E fu un periodo di grandi cambiamenti, che portò a nuove regolamentazioni finanziarie, e a una riflessione profonda, sui limiti proprio del capitalismo.

Il taglio dei tassi

La Banca centrale svizzera (conosciuta come “Swiss National Bank” – SNB), ha ridotto i tassi d’interesse a zero, una mossa volta a contrastare l’apprezzamento del franco, e a prevenire la deflazione. Un taglio, questo, che seppur necessario per l’economia nazionale, si configura come una sfida per le banche svizzere; le quali vedono ridursi sensibilmente, gli introiti derivanti dagli interessi sui prestiti. Il rischio reale, come riportato anche da money.it, è che i costi vengano, in parte, trasferiti ai clienti attraverso aumenti delle spese bancarie, o mediante maggiori difficoltà nell’accesso al credito, suscitando insomma preoccupazione, fra i correntisti.

Secondo l’esperto Daniel Geissmann, le banche svizzere hanno già subito perdite per oltre 660 milioni di franchi svizzeri, nel 2023, a causa dei tagli dei tassi; con un’incidenza significativa sui margini d’interesse. E guardando alla storia, fra il 2011 e il 2015, un periodo di tassi bassi ha provocato una diminuzione del margine netto, dall’1,4% all’1,1%, causando perdite di circa 4 miliardi di franchi. All’attuale, le perdite potrebbero sì esser minori, ma comunque rilevanti e con effetti differenziati, a seconda del tipo di banca.

Che sta succedendo, davvero?
Cambiamenti nelle banche (Canva) – systemscue.it

Differenze fra banche

Le banche di risparmio e credito, che basano gran parte dei loro introiti, sui tassi d’interesse, subiranno impatti più duri; mentre le banche d’investimento, e i gestori patrimoniali, potrebbero esser meno colpiti. I clienti delle prime, vedranno probabilmente aumenti, nei costi bancari, e difficoltà maggiori nell’ottenimento di prestiti. E fra queste banche, vi sono “Raiffeisen” e “Valiant“, le quali saranno più esposte; mentre istituti come “UBS” o “Julius Baer“, ne risentiranno meno; sebbene l’acquisizione di Credit Suisse, abbia introdotto nuove complessità.

L’effettiva gravità delle conseguenze, dipenderà dalla durata dei tassi bassi o nulli. E più il periodo si prolungherà, maggiori saranno le difficoltà per le banche e i loro clienti. Quindi, resta da vedere se la SNB deciderà ulteriori tagli, o se le condizioni economiche cambieranno. Al momento, la situazione richiede attenzione e cautela, da parte di tutti gli attori coinvolti nel sistema bancario svizzero.