Allarme prelievi Bancomat, l’Europa ha deciso | Appena ti avvicini allo sportello ti segnalano: ti bussano a casa e ti spennano vivo

Prelievo (Depositphotos foto) - www.systemcue.it
Prelievi al Bancomat nel mirino: regole precise e controlli fiscali possono trasformare un gesto quotidiano in un rischio concreto.
Ormai prelevare soldi dal Bancomat è una delle cose più normali che facciamo ogni settimana. Cioè, chi non ha mai infilato la carta per prendere un po’ di contante? Ma dietro quell’azione così banale si nasconde un mondo di regole, controlli e — sorpresa — anche possibili problemi se non si sta attenti.
La tecnologia ci semplifica la vita, certo, ma a volte la burocrazia riesce a complicarla altrettanto. Negli ultimi tempi, se ne sentono di tutti i colori: gente a cui hanno svuotato il conto, segnalazioni strane dopo un semplice prelievo, e pure multe.
Roba che fa venire voglia di pagare tutto col telefono, solo per non avere grane. Ma è davvero così rischioso usare il Bancomat? Dipende. Molto sta nel come e quanto si preleva — e in certi casi anche nel “dove” ciò avviene.
Non è solo questione di furti o truffe digitali, anche se quelle sono sempre dietro l’angolo. Il punto è che oggi ogni movimento di denaro può finire sotto la lente d’ingrandimento, soprattutto se sembra strano o troppo frequente.
Tutto sotto controllo
I controlli si sono fatti più fitti e le autorità tengono d’occhio anche le operazioni comuni. Un prelievo un po’ troppo particolare potrebbe bastare per far partire delle verifiche. Ah, e non è solo l’Italia: anche l’Europa ha detto la sua.
Le regole cambiano, si aggiornano, diventano più severe. E a volte il cittadino nemmeno se ne accorge, finché non arriva una lettera — o una visita — che ti fa drizzare le antenne. Ma andiamo con ordine, perché ci sono regole ben precise in merito.

Attenzione a questi prelievi
Come riporta Carlorigottisrl.it, c’è un dettaglio che in pochi sanno: se ogni mese prelevi più di 10.000 euro in contanti, la banca è obbligata a segnalarti alla UIF (l’Unità di Informazione Finanziaria). Non è una denuncia, ma una sorta di “avviso” che potrebbe far partire controlli della Guardia di Finanza.
In realtà, non esiste una legge che vieta questi prelievi. Però la normativa antiriciclaggio impone agli istituti di segnalare movimenti considerati anomali. E lì possono iniziare i guai. La UIF può chiedere chiarimenti, e se non convincono, può far partire un’indagine. Non c’entra l’Agenzia delle Entrate, eh — quella guarda i versamenti, non i prelievi. Ma insomma, conviene non superare quella soglia, giusto per evitare occhi indiscreti.