Agenzia delle Entrate, arriva la “multa IVA” | In un attimo chiudono la “partita” e devi pagare 2000€

Brutta sanzione dall'Agenzia delle Entrate (Canva) - systemscue.it
Se non esegui alcune istruzioni assolutamente imprescindibili, sappi che rischi delle sanzioni alquanto salate.
Diventar imprenditori, significa molto più che avviare un’attività: dal momento che, vuol dire trasformare un’idea in realtà, affrontare sfide con coraggio, e costruire il proprio futuro in autonomia.
In ogni caso, tutto parte da un’intuizione. Ma che per trasformarla in impresa, servono comunque studio, ricerca di mercato, e un’adeguata pianificazione. Giacché un buon business plan è il primo passo, proprio verso il successo.
Certo, non basta avere entusiasmo, ma servono difatti le conoscenze in ambito economico, di marketing, nella gestione e in comunicazione. Essendo, infatti, obbligatori corsi di formazione, letture e confronti con altri imprenditori, così che possa, tutto questo, far la differenza.
Ogni impresa, incontra ostacoli, ne siamo consapevoli. Ma la capacità di adattarsi, di imparare dagli errori, e di mantener viva la motivazione, è ciò che distingue un semplice tentativo, da una vera carriera imprenditoriale.
Obbligo di fatturazione
I liberi professionisti, e le imprese titolari di Partita IVA, son tenuti per legge a emettere regolare fattura, per ogni prestazione o servizio. Poiché il mancato rispetto di quest’obbligo, comporta l’applicazione di sanzioni economiche anche piuttosto elevate. Non a caso, la normativa vigente prevede che, in caso di irregolarità, si possa arrivare a sanzioni penali fino a 2 mila euro.
Dal 2019, l’obbligo di emissione della fattura elettronica si è inoltre esteso alla maggior parte dei professionisti e delle imprese. Così che, le fatture debbano esser trasmesse attraverso il Sistema di Interscambio (SdI), dell’Agenzia delle Entrate. E qualsiasi documento emesso in formato non elettronico, laddove richiesto, vien in realtà considerato come non emesso a tutti gli effetti.

Sanzioni per omissioni o ritardi
Nel caso in cui la fattura non venga, quindi, erogata entro i termini stabiliti; o sia stata omessa del tutto, si applicano sanzioni pari al 70% dell’imposta non, appunto, documentata. E se la violazione non ha inciso sulla liquidazione dell’IVA, l’importo della sanzione va da 250 a 2 mila euro. Le stesse cifre che si applicano, poi, anche alle fatture emesse in ritardo.
Persino il committente o cessionario, può esser sanzionato, se non riceve regolare fattura: salvo segnali l’omissione entro 90 giorni, da quando avrebbe dovuto riceverla. Potendo, il professionista in questione, allo stesso tempo ricorrere anche al ravvedimento operoso, beneficiando in contemporanea, di una riduzione della sanzione (la quale, di solito, è proporzionata al ritardo).